Sostegno

Rubrica de Il Sole 24ore “Abitare le parole”

Sostegno. Parola ricca di sfumature e capace di grande coinvolgimento esistenziale, appena si va oltre l’immagine fisica di tutto ciò che consideriamo sostegno. Inteso come elemento che funge da tutore o da appoggio per realtà potenzialmente o effettivamente fragili. Come si fa con le giovani piante, per proteggerle dall’azione del vento, o con terrapieni bisognosi di strutture consistenti che ne impediscano il cedimento.
Già l’etimologia permette di considerare il sostegno come un atto non solo fisico, che domanda scelta, partecipazione e un consapevole farsi carico. La parola «sostegno» infatti deriva dal verbo latino subtineo, composto da su[b]s + teneo. Col significato di tengo sollevato qualcosa facendo in modo che non scenda per il peso, che possa respirare e non sentirsi minacciato. Su[b]stineo quindi nel senso di «sorreggo», «supporto».
A proposito della parola «supporto», col tempo e in alcuni casi, è intervenuta la sostituzione della vocale u con la o. Così al verbo latino su[b]stineo è stato attribuito anche il significato di «sopportare». È quanto è capitato con il motto, piacevole per il facile gioco etimologico, «substine et abstine» [tra gli altri, in Aulo Gellio (17, 19, 6) e in Pascal (Pensieri, 124)]. Chiaro invito a sopportare con pazienza una situazione sfavorevole, aspettando tempi migliori.
Il significato di sostegno non è questo, però. Sostegno, come vuole la menzionata derivazione etimologica, è l’atto d’intervenire che esprime cura e premura per qualcuno o per qualcosa. Insomma, è il valore aggiunto che permette di prendere o riprendere il cammino, mai iniziato o interrotto per mancanza di energie o di motivazioni. Soprattutto in persone realisticamente consapevoli delle proprie forze, ma anche delle proprie fragilità.
Perché il sostegno possa conservare il valore di su[b]stineo, è necessario che chi offre e chi riceve sostegno non smettano mai di negoziare spazi di autonomia. Il sostegno non può mai trasformarsi in ricatto o in circostanza che riduce la capacità personale di immaginazione o di visione. Esso va iscritto piuttosto tra gli atteggiamenti che contribuiscono a sviluppare tutte le possibili forme d’interazione positiva. Al pari di una salutare scossa emotiva o di un impulso che rigenera, nell’alternarsi di momenti di fatica o di compiaciute sensazioni di riuscita nella vita.
Il più delle volte, a rivelarsi valido ed efficace è il sostegno invisibile. Quello che non ambisce a essere riconosciuto o a passare per decisivo nella storia e nella vita di una persona.

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