«Scende ormai la sera – disse Papa Francesco in occasione dell’apertura del Sinodo sulla famiglia svoltosi in Piazza San Pietro il 4 ottobre 2014 –, l’ora in cui si fa volentieri ritorno a casa per ritrovarsi alla stessa mensa, nello spessore degli affetti, del bene compiuto e ricevuto, degli incontri che scaldano il cuore e lo fanno crescere, vino buono che anticipa nei giorni dell’uomo la festa senza tramonto.
«È anche – aggiunse con partecipe realismo – l’ora più pesante per chi si ritrova a tu per tu con la propria solitudine, nel crepuscolo amaro di progetti infranti: quante persone trascinano le giornate nel vicolo cieco della rassegnazione, dell’abbandono, se non del rancore; in quante case è venuto meno il vino della gioia e, quindi, la sapienza stessa della vita…».
E non è forse proprio questa realtà ordinaria – che, nella gioia come nella fragilità, fa la vita delle nostre case – ciò che celebriamo nella domenica della Santa Famiglia?
È la realtà di Abramo, che avverte come il tramonto della vita colga la sua famiglia priva di eredi e sia perciò tentato di non affidarsi alla promessa: «Signore Dio, che cosa mi darai? Io me ne vado senza figli…» (Gen 15, 2). Il far spazio a Dio, ai suoi tempi e ai suoi progetti darà invece inizio a una storia nuova, che contagia anche la moglie Sara: “Per fede, anche Sara, sebbene fuori dell’età, ricevette la possibilità di diventare madre” (Eb. 11, 11).
Di questa fede è espressione il rito compiuto da Maria e Giuseppe: l’offerta del figlio, come richiedeva la legge mosaica, sottolinea che il Signore della storia individuale e familiare è unicamente Dio; tutto ci viene da Lui. Riconoscere tale primato è santità da vivere nel quotidiano, custodendo ed educando i figli ad aprirsi a Colui che è la sorgente stessa della vita. Passa da qui il segreto della giovinezza, testimoniato paradossalmente nel Vangelo da una coppia di anziani…
Simeone, in particolare, ci ricorda che Gesù è venuto per “far cadere” le false immagini che ci costruiamo di Dio e anche di noi stessi; per “contraddire” le sicurezze su cui pretendiamo di appoggiarci; per farci “risorgere” a un cammino autentico. Non c’è situazione familiare che ne sia preclusa. Perché, come ricordava Papa Francesco in quella sera d’ottobre, “ogni volta che torniamo alla fonte dell’esperienza cristiana si aprono strade nuove e possibilità impensate”.