(Lc 13,31-35)
«Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te…».
“Tu uccidi i profeti”: è questa l’accusa, grave, che il Signore rivolge non solo a una città, Gerusalemme. Il rimprovero vale soprattutto per ciò che essa rappresenta; non tanto come luogo santo per la presenza del tempio, quanto piuttosto come centro religioso, ambiente per un esercizio dispotico dell’autorità.
“Tu uccidi i profeti!”. Non possiamo accontentarci di questo sfogo amaro e di questo rimprovero di Gesù. Con umiltà, ma anche con tanta verità, dobbiamo chiederci se oggi e negli ambienti che frequentiamo non ci si siano atteggiamenti che meritano anche a noi questo rimprovero.
“Tu, per pigrizia e per comodità, stai uccidendo la profezia che è in te! Tu, stai soffocando la profezia che io continuo a mettere nel cuore e nelle scelte di tanti uomini e donne battezzati!”.
È un rimprovero che può valere anche per noi. ….
» Omelia ad Assisi – Convegno Assistenti di ACI, 27 ottobre 2016