Nel cuore del tempo estivo, la Chiesa si sofferma con gioia e gratitudine a celebrare la solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria. Una festa che mette al centro il compimento del percorso di vita e di fede di Maria, ma soprattutto l’opera d’amore che Dio ha compiuto in lei, trovandola pienamente disponibile. “Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome” può esclamare con cuore sincero ed esultante la Madre di Gesù, lodando Dio “perché ha guardato l’umiltà della sua serva”.
Ma cosa esattamente ci invita a meditare la Chiesa celebrando l’Assunzione di Maria? Ciò che siamo chiamati ad accogliere nella fede è il fatto che, alla conclusione (le cui modalità concrete ignoriamo) della sua vicenda terrena, Maria ha potuto da subito, senza dover attendere “la fine dei tempi”, sperimentare la risurrezione finale nell’incontro definitivo col Signore.
Nell’Assunzione di Maria, quindi, possiamo contemplare il traguardo ultimo della Redenzione: la glorificazione della nostra umanità in Cristo. Ciò che è accaduto a Maria, dunque, subito dopo la conclusione della sua vita terrena, accadrà a ciascuno di noi nel momento della risurrezione. Per questo, il Concilio ricorda che Maria Assunta è data agli uomini come “segno di sicura speranza e di consolazione” (LG 68), perché guardando a Lei, prefiguriamo nella fede la gioia e la pienezza che attende ognuno di noi, nell’incontro finale con Gesù Risorto.
Ma contemplare Maria Assunta vuol dire anche sentirsi chiamati ad aver fiducia nell’esito buono e positivo della storia. La terra è piena di vita e non finirà fra le spire della violenza; il futuro è minacciato, ma la bellezza e la vitalità della Donna sono più forti della violenza di qualsiasi drago.
L’Assunzione di Maria “in anima e corpo” è anche un invito a riconoscere il valore della corporeità. Il nostro corpo così fragile, ma anche capace di grandi imprese; capace di relazioni d’amore straordinarie, ma capace anche di violenze indicibili, è destinato all’incontro con Dio. Proclamare che Maria ha raggiunto la gloria in anima e corpo è riconoscere che, dinanzi al Signore, tutto di noi, come tutto di Maria, è chiamato a partecipare al progetto di Dio. Non vi sono parti di noi che restano escluse nell’impegno di risposta a Lui.
Oggi, dunque, celebriamo una festa che parla del “nostro futuro” – la risurrezione dai morti -, ma insieme del “nostro presente”, perché la vita da risorti comincia già adesso, nel nostro sì quotidiano alle proposte di Dio, nell’accoglienza generosa e senza riserve della sua Parola, nei gesti d’amore concreto che scegliamo di compiere a favore del prossimo, nella partecipazione responsabile alla costruzione di un mondo più giusto e fraterno. Maria Assunta Sia guida sicura ai nostri passi verso la vita piena in Dio.
» Assunzione della Beata Vergine Maria, 15 agosto 2015