Con questa domenica inizia la Settimana Santa. Forse, quella di oggi può sembrare una celebrazione contraddittoria: da una parte, la festosa processione delle Palme, dall’altra, il solenne annunzio della Passione di Gesù! Ma ad uno sguardo più attento, questa contraddizione si riduce. Soprattutto se ricordiamo che la sofferenza di Gesù non è fine a se stessa: essa è il modo più pieno per testimoniarci il suo amore – che è quello del Padre – per noi. Un amore che chiede di essere accolto con gioia, vissuto in pienezza e testimoniato in maniera credibile.
Nella nostra Settimana Santa veniamo chiamati a “fare memoria” di quanto è accaduto in quella prima Settimana santa. Con tutto il rispetto e l’apprezzamento per le “Via Crucis” viventi e per le rievocazioni storiche della Passione, è nella Liturgia, sobria e solenne, del Triduo Pasquale che riviviamo autenticamente quanto il Signore ha fatto per noi. C’è molta differenza tra una celebrazione liturgica e le tante e lodevoli rappresentazioni rievocative. Nella Liturgia facciamo “memoria”, o meglio “memoriale” (lo “ziqqaron” ebraico), molto più di un semplice “ricordo”. La “memoria” liturgica, infatti, rende attuale ciò che si celebra e, al tempo stesso, rende noi contemporanei e partecipi all’evento di cui facciamo “memoria”.
Da oggi, dunque, per tutta la Settimana Santa, la Chiesa ci invita a vivere in più tappe il “racconto d’amore” di Dio, il cui unico obiettivo è renderci creature nuove attraverso il dono della sua vita in Gesù!
Questo “racconto d’amore” comincia con una festa, l’ingresso di Gesù a Gerusalemme, per dare inizio così all’atto decisivo del suo “sì” al progetto salvifico del Padre, mediante il dono della sua vita sulla croce. E noi, durante questi giorni, siamo invitati ad assistere alle celebrazioni non come spettatori o semplici “comparse”, ma al contrario siamo chiamati a partecipare da protagonisti ai “fatti d’amore” di Dio, che rivivremo soprattutto negli eventi del triduo Pasquale.
Nel racconto della Passione di Luca, i numerosi e differenti personaggi che vi partecipano indicano che, alla proposta di amore del Signore, si può rispondere in tanti modi. La si può rifiutare, o magari rimanerne ai margini. Ma uno solo è il modo per uscire dall’anonimato, per abbandonare la marginalità, per partecipare in pieno e con coerenza al percorso di Gesù: alzare lo sguardo verso Colui che hanno trafitto! Lasciarci raggiungere dall’eccesso di amore che ha portato Gesù sulla Croce! Questa è la strada che Egli ci propone per dare scacco matto alla nostra presunzione, alla nostra superficialità e, soprattutto, al nostro peccato.
Con fiducia ed umiltà, dunque, scegliamo di rimanere con Gesù nella Passione e sulla Croce, per godere con Lui della luce nuova di Pasqua, della luce della Resurrezione.