Celebriamo oggi la solennità liturgica di “Maria Santissima assunta in cielo in anima e corpo”. Facendo questo, vogliamo riconoscere – per dirla con le parole del Catechismo – la fedeltà totale di Maria al progetto del Padre, una fedeltà che, alla conclusione della sua vita terrena, ha permesso a Maria di sperimentare immediatamente la glorificazione finale, con tutta se stessa, “in anima e corpo” appunto.
Più in generale, i dogmi che riguardano Maria – come è quello odierno – ben più che evidenziare un privilegio esclusivo della Vergine, sono indicazioni per una vita più bella e più intensa, valide per ogni uomo e per ogni donna. Sicché, celebrare l’Assunzione di Maria al cielo e alzare il nostro sguardo verso di Lei vuol dire, prima di tutto, sentirsi chiamati ad aver fiducia nell’esito buono e positivo della storia. La terra è piena di vita e non finirà fra le spire della violenza; il futuro è minacciato, ma la bellezza e la vitalità della Donna sono più forti della violenza di qualsiasi drago.
Ma l’Assunzione di Maria in anima e corpo è anche un invito a riconoscere il valore della corporeità umana. Il nostro corpo, così fragile ma anche capace di grandi imprese; capace di relazioni d’amore straordinarie ma anche di violenze indicibili, questo corpo è destinato all’incontro con Dio. Un richiamo a credere quindi che, dinanzi al Signore, tutto di noi, come tutto di Maria, è chiamato a partecipare al progetto di Dio. Non vi sono parti di noi che restano escluse nell’impegno di risposta a Lui. Non vi sono spazi nei quali non ci si debba sentire chiamati a collaborare perché il progetto del Signore possa realizzarsi. Dunque, tutto ciò che siamo è orientato a partecipare alla gloria di Dio, anche la nostra dimensione corporea. A patto però che, come Maria, essa diventi luogo e strumento di fedeltà al progetto di Dio. Come fanno le donne che aprono il loro corpo alla vita senza svenderne la straordinaria bellezza; come fanno gli uomini che fecondano e rispettano la sacralità del corpo; come fanno tutti coloro i quali spendono le loro energie perché ad ognuno venga data la possibilità di vivere con dignità.
Oggi, dunque, celebrando “Maria Santissima assunta in cielo in anima e corpo”, contempliamo il volto di Maria, certi che l’uomo diventa ciò che contempla e ama. Solo fissando con intensità il volto e la storia di Maria Santissima potremo essere, come Lei, icona e profezia di una storia nuova, quella proclamata nel Magnificat. Una storia retta da criteri nuovi e sorprendenti; una storia nella quale gli umili vengono innalzati, i potenti rovesciati giù dai loro troni presuntuosi, i ricchi ridotti alla miseria e i poveri restituiti alla loro dignità. Questa storia è chiamato a costruire, con l’aiuto di Maria, ogni credente in Cristo Gesù, Figlio di Maria.