Le solennità celebrate in queste ultime domeniche (Ascensione, Pentecoste, Ss. Trinità) ci stanno aiutando ad andare al cuore della nostra fede cristiana.
Questa festa del Corpo e Sangue del Signore affonda le sue radici e trova il suo significato più profondo nella sera del primo Giovedì Santo, durante “l’ultima cena”. Risuonano ancora nella mente e nel cuore le parole di Gesù, le sue promesse e gli inviti rivolti ai discepoli! “Questo è il mio corpo… questo è il mio sangue!”, “Prendete… mangiate… bevete!”, “Fate questo in memoria di me!”. Se ci raduniamo per celebrare l’Eucarestia è proprio perché abbiamo preso sul serio quelle parole, abbiamo fatte nostre quelle promesse, abbiamo accettato quell’invito.
Ma che senso ha per noi vivere oggi la festa del Corpus Domini? Che senso ha ritrovarci insieme ad adorare e contemplare quei “segni” della vita quotidiana, il pane e il vino, cambiati nel Corpo e Sangue di Cristo?
Intanto, Gesù stesso ha detto che, attraverso il pane e il vino offerti ai discepoli quella sera, – e anche a noi, ogni volta che celebriamo l’Eucaristia – passa la Nuova Alleanza; si compie, cioè, in pienezza la comunione tra Dio e noi. Chi accetta di entrare seriamente e con passione in questa Nuova Alleanza contribuisce ad edificare la storia secondo il progetto di Dio. Ma ancora troppe Eucaristie sembrano finalizzate solo alla convocazione assembleare e cultuale, senza rimandi alla vita e alle vicende della gente. Mentre, nutrirsi del corpo e sangue di Cristo significa essere assimilati a Lui, ricevere in noi la Sua vita, rispecchiare il Suo amore per l’umanità!
Noi cristiani non veniamo invitati ad adorare e contemplare una presenza generica di Gesù. Noi veniamo invitati ad adorare e contemplare la presenza di Gesù “pane spezzato e donato”, “sangue versato per la nostra salvezza”! Un Gesù che è condanna di ogni atteggiamento egoistico, della cultura del dare solo perché si è ricevuto, del dare perché si è in attesa del contraccambio. L’Eucaristia è il Sacramento del “cuore aperto”, è educazione al dono gratuito e pieno di sé.
Lasciamo dunque che un ascolto attento alle letture di questa solennità ci recuperi all’amore, sul modello di Gesù che è stato dono totale di sé sulla Croce.
Accogliendo la Nuova Alleanza tra Dio e noi, assumiamo quindi un serio impegno: “Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto”. Consapevoli però che questa promessa non sempre è mantenuta dagli uomini! Come non sempre l’Eucaristia celebrata viene poi “vissuta” nella quotidianità. Perciò, nel celebrare la solennità del Corpus Domini, mentre rendiamo grazie ed adoriamo, chiediamo anche perdono al Signore per le tante Eucaristie celebrate male e vissute peggio, rinnovando l’impegno ad essere “pane spezzato” e “sangue versato” per i fratelli.