Rubrica de “Il Sole 24ore” Abitare le parole / Risveglio – Dal latino re(e)vigilare – composto dal prefisso re, con valore intensivo, e dal verbo evigilare (destare, rendere più alacre, eccitare) – il risveglio è, in senso proprio, il passaggio dal sonno alla veglia, il ritorno a una condizione di consapevolezza e, quindi, di maggiore sensibilità, vitalità, energia e attività. Andando oltre questo primo ed immediato significato, la parola “risveglio” descrive anche forme di nuovo o improvviso ritorno alla fase anteriore, dopo un’azione opposta, indicata dal verbo semplice. In altri termini, se nel sonno si attraversa la fase del letargo, del torpore, dell’inerzia, dell’abbandono e della passività, con il risveglio si torna all’azione, all’attenzione, alla vigilanza e all’attività consapevole. A partire da questo significato, il risveglio rappresenta metaforicamente l’inizio per un cambio di passo e un’inversione di rotta nella vita del singolo e/o di una comunità, ricollocandoli in scenari positivi o reimmergendoli in situazioni negative.
Il risveglio ha l’effetto di un interruttore che riaccende/rimette in moto parti del nostro cervello e, con esse, i nostri sensi e la nostra coscienza ristabilendo relazioni o confermando chiusure, ravvivando speranze o lasciando che si spengano, investendo energie per progetti nuovi o chiudendosi nel piccolo cabotaggio.
Tra le tante forme di risveglio, quella che è più in grado di provocare grandi emozioni e voglia decisa di percorrere vie piene di luce è il risveglio dalla menzogna contrabbandata per verità, dall’ignoranza che addormenta le coscienze, dalla rassegnazione che paralizza e dal fatalismo che spegne ogni desiderio di progresso. È quello che K. Gibran chiama “risveglio spirituale” e che, secondo il poeta libanese “è la cosa più essenziale nella vita dell’uomo, l’unico scopo dell’esistenza”. Tale risveglio può sperimentarlo però solo chi coltiva quotidianamente sentimenti leali, passioni intense e desideri fecondi. “Quando vi comportate in questo modo, significa che state ascoltando. Avete fatto, allora, un grande passo avanti verso il risveglio” (A.de Mello). Un risveglio che ha del miracoloso e che, proprio per questo, quasi mai arriva al termine di un ragionamento nè è frutto di calcoli e previsioni. Talvolta basta un evento vissuto con intensità, una parola ascoltata o detta in maniera sensata, un incontro sincero o una lettura interiorizzata per risvegliare la bellezza di orizzonti imprevisti e spingere a riprendersi in mano. “Se ti accade, al mattino, di svegliarti pigro e indolente, tieni presente questo pensiero: Mi alzo per riprendere la mia opera di uomo” (M. Aurelio).