(Chieti – FUCI- Università “Gabriele D’Annunzio”, 5 maggio 2016)
«Maximum hoc est officium sapientiae et indicium, ut verbis opera concordent, ut et ipse ubique par sibi idemque sit»
- Premessa
Mettendo insieme il tema generale del Convegno (“Giovani VerSo Domani”) e quello che mi è stato affidato per introdurlo (“Nella Chiesa e nella società in ascolto del Presente”), capisco che i primi destinatari di questa mia riflessione sono i giovani. Ed io a loro voglio rivolgermi, senza dimenticare però che i giovani ai quali intendo rivolgermi vivono la loro esperienza di vita all’interno della società e all’interno della comunità ecclesiale. Essi cioè non sono una specie protetta, in un mondo riservato a loro e fatto apposta per loro. So di rivolgermi a giovani che sperimentano sulla loro pelle il vantaggio e i limiti di vivere in un mondo articolato e complesso; reso tale dalla presenza, accanto a loro, di persone con sensibilità diverse dalle loro e animate da prospettive talvolta addirittura concorrenziali rispetto alle loro. Tutto ciò – per restare al titolo affidatomi – rende lo sguardo e l’atteggiamento con i quali i giovani si mettono in ascolto del presente, sguardo e atteggiamenti condizionati dalla presenza di chi giovane non è più; senza che questo venga ritenuto subito e necessariamente come un male assoluto. Anzi! Non credo infatti a una fascia di persone – in questo caso i giovani – che possa da sola ascoltare e vivere il proprio presente, progettare il proprio futuro e contribuire così a renderlo migliore. …