Si può essere presenti e partecipare in tanti modi alla vita politica del Paese. Vale anche qui quello che si legge nelle sapienti pagine di Qoèlet (3,7b): «C’è un tempo per tacere e un tempo per parlare». Chi lo ha detto che il silenzio (qualcuno lo confonde con l’assenza dai circuiti ufficiali della comunicazione!) vuol dire irrilevanza o segno di disinteresse per la vita pubblica? Osservando la “leggerezza” (banalità, talvolta) delle parole di tanti che occupano le pagine della cronaca, il silenzio sembra essere l’unico grembo capace di partorire, a tempo opportuno, parole sensate e di rievocare azioni (anche politiche) meritevoli di attenzione. Me ne sono convinto rileggendo alcuni passaggi della proposta e dell’impegno politico di Alcide De Gasperi. Ne ho ricavato una prima e per me fondamentale indicazione: le sue virtù personali sono state anche le sue virtù politiche. La stessa passione professionale per la politica ha condotto De Gasperi là dove non avrebbe mai pensato di arrivare, contribuendo a costruire una Repubblica che, invece, non ne ha sempre riconosciuto i meriti. Forse proprio per la lucida coerenza delle sue scelte. …
Testo completo – Il Sole 24 Ore – Editoriali e commenti – 26 maggio 2018, pag. 8