Ho riattraversato, nei giorni scorsi, le campagne della Puglia e del Molise, con i lunghi filari di viti cariche di uva e i maestosi ulivi (almeno quelli non attaccati dalla Xylella fastidiosa) pieni di olive. Negli stessi giorni, in attesa delle decisioni dei singoli stati membri, è curiosamente entrato in vigore (in modalità provvisoria) il Ceta – trattato di libero scambio fra Ue e Canada. Questa notizia ha ridimensionato la gioia per quello che avevo visto attraversando le terre coltivate della mia regione. Ho infatti raccolto subito le non poche preoccupazioni degli addetti ai lavori. Tra questi, soprattutto alcuni coltivatori diretti e quanti, con loro, si spendono per far uscire l’agricoltura e gli operatori agricoli dal cono d’ombra nel quale tentano di ricacciarli politiche miopi e interessate. Mi è subito venuto in mente quanto scrive Papa Francesco nell’enciclica ‘Laudato si’: «Un mondo interdipendente [significa] principalmente fare in modo che le soluzioni siano proposte a partire da una prospettiva globale e non solo in difesa degli interessi di alcuni Paesi». Il Papa ha saputo, così, raccogliere e dar voce al sentire “comune”, avvalorato dalle tantissime dichiarazioni che vengono dal mondo economico. Tanti timori, ma anche la speranza che non vengano disattese le urgenze del vivere quotidiano anche in questo caso. … (testo completo).
Il Sole 24 Ore – Editoriali e commenti – 30 settembre 2017 – pag. 6