Immaginazione

Rubrica de Il Sole 24ore “Abitare le parole”

Non penso sia rimasta isolata l’idea di D. Hume sull’immaginazione, vista sostanzialmente come una forma «fiacca e languida» di percezione (Trattato sulla natura). L’atteggiamento diffuso infatti considera l’immaginazione ancora oggi come una sorta di pensiero depotenziato, perché distante dalla razionalità.
È lontana da Hume la convinzione che più tardi maturerà invece P. Ricoeur. Per questi, «l’immaginazione non è riassunta in una funzione di evasione e di smentita del mondo. L’immaginazione è anche, e forse innanzi tutto, una potenza militante al servizio di un diffuso senso di futuro» (Philosophie de la volonté, 1). Immaginazione quindi come facoltà del possibile, con la positiva funzione di creare nuovi significati, sia a livello personale sia a livello sociale.
Parlare così dell’immaginazione vuol dire riconoscere che la persona, oltre che di ragione, è dotata di emozioni, di fantasia, di volontà, di capacità progettuali, che non si lasciano neutralizzare facilmente. In particolare, è il primo passo per dare una scossa al proprio mondo interiore e farlo uscire dalla pigrizia della Comfort Zone in cui tende a rinchiudersi. Soprattutto, l’immaginazione, a differenza dello sterile fantasticare, lascia emergere desideri nuovi e prospettive inedite, capaci di liberarci dall’abitudine e di proiettarci oltre ciò che siamo.
Vissuta così, l’immaginazione permette di dare un senso diverso alle relazioni. Ci spinge ad affacciarci al mondo dell’altro con discrezione, ma anche con legittima curiosità, invitandoci ad andare oltre le apparenze.
Come attività dell’intelletto, l’immaginazione è privilegiata da coloro ai quali non basta più il mondo nel quale vivono, e da quanti sono capaci di cogliere le non sempre evidenti opportunità di sviluppo presenti in ciò che li circonda.
Se è corretta la derivazione dall’antico persiano himma – «potere di creare col cuore» – allora l’immaginazione, da pratica effimera o da qualità irrilevante come alcuni sostengono, va considerata come facoltà creatrice di energia, che immette su sentieri non necessariamente segnati sulle frequentate mappe dell’abitudine e della superficialità.
Si pensi allo straordinario potere che svolge l’immaginazione nella lettura di un libro o nell’atto di ritirarsi per meditare o pregare. L’immaginazione diventa allora terreno di coltura di autentica profezia. Essa infatti permette di andare oltre le parole senza negarle, di dare forma nuova agli spazi senza vanificarli, di ipotizzare intensità di sguardi che alimentano intese e di condividere emozioni che coinvolgono fino a diventare inizio di nuovi progetti.

Immaginazione

 

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