Con quanta fretta trascorriamo le nostre giornate e roviniamo le nostre relazioni. Una fretta che spesso ci fa perdere anche il gusto della fedeltà alle aspirazioni, ai sogni, alle persone, alle promesse. Forse perché la fedeltà è uno stato d’animo, un desiderio confuso ma anche nitido di tendere a qualcosa che ha bisogno di essere coltivato, che non esclude la fatica o la pena, ma la riempie. Così è possibile essere fedeli anche nelle esitazioni e nelle perplessità, quando ci sentiamo inadeguati e distanti. Forse perché fedeltà non vuol dire avere delle sicurezze, ma solo andare un po’più lontano, aprendo il cuore al futuro.
Sì, credo proprio che non siamo soli nel nostro sforzo per essere fedeli. Credo che tutto l’universo attenda fedelmente la sua compiutezza (Rm 8,19), non considerandosi mai finito o esaurito; come una madre, che non pensa di aver concluso il suo compito una volta che il figlio è venuto alla luce. Mi piace pensare che anche Dio attende. ….
Testo completo – Il Sole 24 Ore – Editoriali e commenti – 7 luglio 2018, pag. 12