0. Premessa
Vorrei partire dalla perentoria osservazione fatta dalla FAO a fronte delle fortissime ‘diseguaglianze’ presenti in una parte non trascurabile del nostro pianeta: ci sono milioni di persone che soffrono la fame e, ahimè per la prima volta dopo un decennio, sembra che questa quota sia in crescita da 777 milioni a 815.
La FAO ritiene che, alla base di questa accelerazione, ci siano i cambiamenti climatici che si sono fatti sentire con particolare violenza in certi paesi, ci siano alcune condizioni di guerra endemica, ci siano situazioni legate alle esportazioni drasticamente ridotte per alcune nazioni e al conseguente impatto sulla ricchezza disponibile. Ad essere colpite in prima battuta sono state le comunità rurali.
- La responsabilità dell’uomo in un “mondo interdipendente”
La mano dell’uomo è causa o concausa delle situazioni drammatiche che si registrano in alcune parti del pianeta che, come afferma Papa Francesco nell’Enciclica Laudato si’, è «Un mondo interdipendente». E, proprio per questo, voglio ricordare che le condizioni di questo nostro mondo stanno – anche se non esclusivamente – per tanti versi, ancora nelle mani dei Paesi più industrializzati. Questi hanno la possibilità/potere non solo di normare per il bene comune, ma di impegnarsi a frenare gli appetiti – talvolta la voracità – dei più forti. Si tratti di soggetti legati a interessi economici o di poteri statuali. Penso in primo luogo a quell’industria che non cessa di crescere, che non conosce flessioni, che si mostra impermeabile a formule politiche e di intervento meno aggressive e penalizzanti per i più poveri. Penso cioè alla ingiustificata industria degli armamenti. … (CERNOBBIO – FORUM INTERNAZIONALE DELLA COLDIRETTI, 21 Ottobre 2107)