«Ogni consultorio ispiri il proprio servizio alla visione cristiana della persona, della sessualità e della famiglia, con chiaro e indiscusso riferimento ai contenuti del magistero della Chiesa. Ciò comporta, nella logica della cosiddetta legge della gradualità, di rispettare e salvaguardare congiuntamente il valore morale, con la sua intrinseca forza normativa, e la persona umana, nella sua responsabilità etica e nel suo cammino storico di crescita»[1].
«I consultori, nell’ottica di un’antropologia personalistica coerente con la visione cristiana dell’uomo e della donna, guardano piuttosto ai dinamismi personali e relazionali e privilegiano l’apporto delle scienze umane e delle loro metodologie»[2].
- Premessa
In questo mio saluto faccio due riferimenti. Il primo al Direttorio di pastorale familiare per la Chiesa in Italia (25 luglio 1993), l’altro all’Esortazione apostolica post-sinodale Amoris laetitia.
Dal Direttorio traggo due espressioni (“Visione cristiana della persona”, “antropologia personalistica”) che devono costituire e mi pare costituiscano lo sfondo sul quale si muove da sempre l’esperienza dei Consultori familiari di ispirazione cristiana. Quelle espressioni ci fanno capire che la “questione antropologica” – che è molto di più che la elencazione più o meno condivisa dei caratteri della persona e che è molto di più che il condiviso richiamo al senso di rispetto dovuto alla dignità della persona – è e resta un punto inaggirabile nel vostro servizio.
————————————–
[1] CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Direttorio di pastorale familiare per la Chiesa in Italia. Annunciare, celebrare, servire il “Vangelo della famiglia” (25 luglio 1993), n. 250.
[2] Ibidem, n. 249.
» Testo del saluto al Convegno nazionale Consultori – Roma, 14 Aprile 2018