Il tempo che passa non ha fatto venir meno in me la voglia di “abitare” la mia vita – e, in senso più ampio, tutto ciò che considero la mia “casa” – in maniera consapevole, non ripetitiva e rassegnata. Difficilmente vi sono riuscito facendo affidamento solo sulle mie forze e sulle mie strategie. Il più delle volte, mi sono venuti in aiuto, tra l’altro, incontri con persone speciali ma anche l’aver incrociato tante storie di ordinaria quotidianità. Altre volte, poi, sono stati autori e letture particolarmente “vivaci” a preservarmi dalla tentazione, sempre in agguato, di rassegnarmi. Tutto questo continuo a viverlo. E la ricerca di motivi per tenere alla larga lo strisciante fatalismo, che può prendere nei momenti di stanchezza e di difficoltà, continua. Anzi, questa ricerca si fa più intensa e insopprimibile quando si moltiplicano le voci che tendono a intaccare relazioni che tu vivi in maniera bella ed entusiasta o che toccano persone con le quali vivi, per i motivi più diversi, una sintonia profonda. E, proprio all’interno di questo costante stato di ricerca, mi è capitata tra le mani una lettura e mi è stato dato di vivere un incontro. …. (testo completo)
Il Sole 24 Ore – Editoriali e commenti – 16 settembre 2017 – pag. 6