«Non si costruisce una Chiesa, per quanto bella, per avere un luogo in cui sentirsi al riparo dalla fatica di vivere o lontani dal grido dei più poveri o di quelli che non ce la fanno proprio a vivere. Si costruisce perché possa essere luogo in cui si educa il cuore e si allenano gli occhi a vedere e amare come il Signore. Perché sia luogo nel quale si impara paradossalmente a stare per strada, come Gesù». Si è richiamato agli insegnamenti pastorali di papa Francesco il segretario generale della Cei, il vescovo Nunzio Galantino, ieri a Lamezia per la benedizione e la posa della prima pietra della Concattedrale San Benedetto. Al suo fianco il vescovo della diocesi lametina, Luigi Cantafora, felice per il primo passo di un’opera non solo strutturalmente imponente ma soprattutto simbolo dell’impegno concreto della Chiesa nella realtà calabrese. Accoglierà anche un complesso delle opere caritative diocesane, una sala mensa per i poveri (ogni giorno un pasto caldo a 180 indigenti), alloggi per persone con difficoltà abitative, una sala convegni con oltre mille posti. Sorgerà su un terreno donato dal Comune alla diocesi in occasione della visita pastorale di Benedetto XVI il 9 ottobre 2011. Il complesso è firmato dall’architetto Paolo Portoghesi e può contare sull’appoggio convinto della Cei che lo ha finanziato con 5,2 milioni di euro dell’8xmille. La cerimonia edilizia e religiosa è seguita alla riunione d’un consiglio comunale e a una processione che dal piazzale del municipio ha raggiunto il cantiere. «È molto più che una Chiesa. Dove c’è una Chiesa – ha sottolineato il vescovo Cantafora – c’è posto per Dio e quindi c’è posto per tutti. Come ci incoraggia papa Francesco, “la Chiesa è carità”. Nel cuore del vostro vescovo c’è un desiderio: vedere messa una pietra sopra su un passato di Lamezia – ha aggiunto – fatto talvolta di divisione, individualismo, negligenza verso il bene comune. E questo non vale solo per la società civile, vale anche per la comunità cristiana».
di Domenico Marino
Fonte: Avvenire – Catholica – 1 maggio 2016 – Pagina 22
Fonte: www.avvenire.it