Fuoco

Rubrica de Il Sole 24ore “Abitare le parole”

Nella fitta corrispondenza col fratello Theo, Vincent Van Gogh riversa tanto della sua fragilità e delle sue debolezze. Ma le circa novecento lettere indirizzate a Theo rivelano anche l’affascinante personalità e il tormento interiore dell’artista olandese.
Non vedere riconosciuta la passione con la quale trasferiva su tela quanto ne andava segnando l’esistenza e le relazioni, gli fa scrivere nel giugno del 1880: «Uno ha un grande fuoco nell’anima e nessuno viene mai a scaldarsi. I passanti non scorgono che un po’ di fumo in cima al comignolo e se ne vanno per la loro strada. E allora che fare? Ravvivare questo fuoco interiore, avere del sale in sé, attendere pazientemente – ma con quanta impazienza – attendere il momento in cui, mi dico, qualcuno verrà a sedersi davanti a questo fuoco, e magari vi si fermerà».
Van Gogh, qui, sovrappone la duplice accezione (naturale e traslata) della parola fuoco. C’è un fuoco che arde nell’intimo, sotto forma di passione, e uno che crepita nel camino. In entrambe le forme, il fuoco resta uno dei simboli più misteriosi e occulti. Fatto comunque per illuminare, bruciare e riscaldare.
Fino alla fine del IV secolo d.C. visse, nell’antica Roma, il culto a Vesta, divinità del fuoco. Ritenuto di vitale importanza, la sua cura era affidata alle Vestali. Lo spegnersi del fuoco preannunciava grandi sciagure nazionali. Mentre la sua forza purificatrice assicurava progresso.
Di segno diverso, ma di uguale efficacia risuona, da una parte, l’invito di san Paolo a «non spegnere lo Spirito» (1 Ts 5,19), che ha nel fuoco una delle immagini più incisive; dall’altra, l’invito indiretto di Gustav Mahler, grande innovatore nel mondo della musica, ad … arruolarsi nell’ordine delle Vestali per «custodire il fuoco e non adorare le ceneri».
La molteplicità dei significati del fuoco può essere ricondotta a due aspetti fondamentali. Il fuoco, elemento della manifestazione di Dio, di distruzione e giudizio (Gen 19,24: Sodoma e Gomorra). E il fuoco assunto come figura per descrivere ciò che caratterizza l’interiorità dell’essere umano: sentimenti e grovigli di passioni.
Il fuoco, scrive papa Francesco, «parla nel cuore della persona, nasce dall’inconoscibile, rimuove la superficie di ciò che è noto e vi si oppone» (Dilexit nos, 24). Ponendosi così all’origine di trasformazione e purificazione di ogni materia grezza, compresa quella interna a ogni persona. E, come tutti i processi innescati dal fuoco, bruciando, può far male. Non di rado, però, l’azione purificatrice ci consegna persone nuove, attive e dinamiche, dalle mille passioni che, se bene orientate, possono diffondere intorno a sé luce e calore.

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