Fallimento

Rubrica de Il Sole 24ore “Abitare le parole”

Come primo significato, il fallimento è un istituto giuridico col quale viene dichiarata la impossibilità di un imprenditore a proseguire nella sua attività; spesso a causa di errori commessi o di impreviste e sopraggiunte difficoltà.
Vi è però anche un significato metaforico della parola fallimento, che coinvolge la persona, le sue scelte e la sua stessa identità. È una parola che fa tanta fatica, in questo ambito, a scrollarsi di dosso tutta l’aura negativa che l’accompagna. Soprattutto in un’epoca in cui sembrano moltiplicarsi i sintomi di una malattia non nuova, ma che ha subìto forti accelerazioni: la ricerca del successo e dell’approvazione degli altri, l’ascesa nella scala sociale e la smania di non essere secondi a nessuno.
In questo clima, diventa davvero difficile scendere a patti con quello che ciascuno di noi è. E noi – oltre a essere aspirazioni, voglia di vivere e un concentrato di straordinarie energie fisiche, mentali ed emotive – siamo limite, imperfezione e mortalità.  Familiarizzare con le tante forme che può assumere la nostra fragilità vuol dire mettere in conto la drammatica eventualità del fallimento. Momento in cui i limiti ei nostri difetti presentano il conto, mandando in frantumi relazioni sulle quali contavamo e relazioni fino a quel momento gratificanti.
È sempre più difficile incontrare persone disposte a prendere atto dei propri piccoli o grandi fallimenti; e, partendo da questi, ridisegnare i percorsi della propria esistenza e di quella delle persone loro affidate. In tutti gli ambiti. Prendiamo l’esempio dell’amministrazione affidata alla politica. Di fronte a evidenti fallimenti e a mancate promesse, tocca assistere a teatrini con comparse ridicole, quando non proprio penose, impegnate a dimostrare l’indimostrabile. Con tanta più arroganza quanto più inconsistenti si rivelano essere gli argomenti addotti.
Solo scendendo a patti con la possibilità di fallire si possono paradossalmente mettere basi serie e consistenti per costruire progetti credibili; per sentirsi chiamati a ridestare desideri e passioni per non morire, e scoprire motivi sufficienti per rimettersi in strada con tanta speranza e poche certezze. È questo che provoca l’esperienza del fallimento! Ci ricorda di cosa abbiamo davvero bisogno per una nostra realizzazione e per trasformare i nostri sogni in realtà. Da questo punto di vista, il fallimento può essere terapeutico. Ci costringe infatti a renderci conto che il mondo non gira intorno a noi e che l’unico vero errore che dobbiamo evitare è quello dal quale non si impara nulla (cf. J. Powell).

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