Arte condivisa e memoria purificata mostrano sempre di più lo straordinario potere che hanno di trasformarsi in ponti capaci di far transitare atteggiamenti inediti e positivi, indispensabili per avviare il superamento di sedimentate riserve e di pregiudizi inveterati. Con tutto il rispetto dovuto alla storia e ai suoi tornanti.
Soprattutto a quelli più dolorosi. È uno dei tratti dell’esperienza fatta incontrando membri della Comunità ebraica di Roma e visitando, con loro e con amici cattolici, la mostra su “La Menorà. Culto, storia e mito”.
I luoghi di allestimento, i soggetti proponenti – Museo Ebraico di Roma e Musei Vaticani – e gli stessi lunghi tempi vissuti insieme per preparare l’evento hanno contribuito a ribadire, non solo la possibilità, ma anche la fecondità dell’incontro tra realtà/comunità religiose e culturali per troppo tempo, a dir poco, lontane tra loro. Non è questo il luogo per disanime teologiche e/o storico-culturali non sempre e non del tutto ancora chiarite, ma certamente positivamente avviate. … (testo completo)
Il Sole 24 Ore – Editoriali e commenti – 22 luglio 2017 – pag. 14