Rubrica de Il Sole 24ore “Abitare le parole”
Per tanti, la parola disciplina evoca ancora assenza di libertà. Accompagnate semmai dalla paura per le conseguenze che può comportare una vera o presunta inadeguatezza, messa in rilievo da chi si sente custode della disciplina e quindi abilitato a infliggere punizioni quando questa venga infranta.
Tanti pensano ancora che una disciplina efficace possa essere assicurata solo se coniugata con la costrizione. E che, di conseguenza, non possa esserci vita riuscita, se non al di fuori di un processo sereno e possibilmente gioioso di crescita.
Per superare letture distorte della parola disciplina e di prassi a esse legate – oltre alla derivazione etimologica – può venirci incontro ricordare che Disciplina compare nell’elenco delle Divinità, anche se minori, dell’Olimpo greco (Εὐνομία, Eunomía) e del Pantheon romano. In quest’ultimo, Disciplina è la Dea dell’istruzione, dell’autocontrollo e della disciplina militare. Le principali virtù che a Lei si accompagnano sono Frugalitas, Severitas e Fidelitas. Veri e propri ideali di vita per quanti desideravano essere devoti e seguaci della Dea: “Disciplinati”, appunto. In particolare, nell’adorare Disciplina un soldato si impegnava a essere frugale nel denaro, nel consumare energie e nelle azioni. La virtù della Severitas consisteva nel mostrarsi concentrato, determinato e deciso nel comportamento. La disponibilità a dare la propria vita era, poi, la misura della fedeltà.
L’immagine del “Disciplinato”, com’è conosciuto nel mondo greco e in quello romano, resta sullo sfondo e contribuisce ad arricchire il campo semantico delle parole disciplina e discepolo. Derivano entrambe dal medesimo verbo latino discere (imparare, apprendere).
Nel tempo, il termine disciplina ha avuto una evoluzione. Inizialmente indicava l’insieme delle conoscenze che costituiscono una materia di insegnamento o di studio. Passò successivamente a indicare l’insieme delle modalità e delle strategie di apprendimento, l’osservanza delle regole imposte per un efficace apprendimento e le pene previste per quanti le infrangevano. Disciplina, nel Medioevo, era anche una frusta fatta di cordicelle di cui alcuni religiosi si servivano per mortificarsi o per venire puniti.
Una sintesi condivisibile di ciò che la disciplina deve essere, la offre M. Montessori: «Non è detto che sia disciplinato solo un individuo allorché si è reso artificialmente silenzioso come un muto e immobile come un paralitico. Quello è un individuo annientato, non disciplinato. Noi chiamiamo disciplinato un individuo che è padrone di sé stesso e quindi può disporre di sé ove occorra seguire una regola di vita» (Educare alla libertà).