Rubrica de Il Sole 24ore “Abitare le parole”
Alla linearità della derivazione etimologica – dal latino cohaerere (essere congiunto/attaccato, stare unito/insieme) – non corrisponde un altrettanto chiaro statuto semantico della parola coesione. Soprattutto in tempi recenti, essa è divenuta una sorta di termine contenitore. Sempre più spesso indicata come obiettivo strategico di istanze politiche, sorte sulla base di sintomi evidenti del disagio derivante dalla povertà e dall’aumento delle disuguaglianze, dall’esclusione sociale e dalla disoccupazione, dal diffondersi di poteri irresponsabili e dallo spettro dello scontro di civiltà, dall’affermarsi di una società multiculturale e dalla fatica a far convivere e dialogare identità diverse.
Per abbandonare l’incertezza che caratterizza il campo semantico della parola coesione, torna utile ricordare che, in senso generico, essa indica la compattezza esistente tra le particelle di un solido, di un liquido, di un gas o di un materiale a costituzione granulare, che ne impedisce la separazione. Sicché, in senso lato, la coesione, più che un obiettivo da raggiungere, va considerata come un processo, teso a identificare, in maniera concreta e approfondita, scopi strategici e contenuti che riducono l’impatto negativo di quelli che ho chiamato evidenti sintomi di disagio sociale. La coesione non può allora essere ridotta all’impresa di intensificare le pur necessarie intese interpersonali. Né può essere confusa con la creazione di reti e relazioni territoriali per far fronte all’insieme dei problemi più pressanti. Non basta! La coesione, proprio perché ingloba una molteplicità mutevole di fenomeni e proprio perché chiamata a costruirsi all’interno delle dinamiche di società complesse, è di più. È un processo, si è detto. E, di conseguenza, esige una chiara ed esigente consapevolezza dell’obiettivo che si vuole raggiungere e della complessità che lo caratterizza. Solo da qui parte in maniera concreta e credibile il processo che chiamiamo coesione e che diventa un guardare faticosamente e costruttivamente insieme nella stessa direzione, dotarsi di strumenti concettuali ed emotivi condivisi per tenere lo stesso passo e spendersi per la stessa causa.
Man mano che cresce – all’interno di un confronto informato, chiaro e sincero – la consapevolezza della forza e della validità dell’obiettivo che s’intende raggiungere, potrà anche crescere la coesione. Anche se non può essere misurata esclusivamente sul livello di attrazione personale tra i membri di un gruppo, la coesione si nutre di relazioni coltivate, di emozioni condivise e di complicità contagiate.