Armonia

Rubrica de “Il Sole 24ore” Abitare le parole

L’etimologia della parola armonia permette di passare dall’armonia, intesa come combinazione di suoni o di voci concomitanti, all’armonia intesa come modo di essere e di vi-vere con sé stessi e con gli altri. Ma c’è anche un’armonia di colori, di proporzioni, di sentimenti. Dalla radice indoeuropea ar derivano molti vocaboli greci, tra i quali appunto, il verbo ἁρμόζω (compongo, accordo, congiungo) e i sostantivi ἁρμονία (unione, proporzione) – in latino harmonĭa – e ἁριθμός, con vari significati: accordo, amicizia, armonia, arte, aritmetica; equilibrio che si stabilisce tra elementi di diversa natura.
Omero, nell’Odissea (V, 248), ricorre al termine ἁρμονίησιν – con la stessa radice ar – per indicare l’atto di adattare assi e tronchi diversi per la costruzione di una zattera, capace di muoversi in mare e di affrontarlo per giungere alla meta desiderata. Per Filolao «l’armonia si genera dai contrasti, infatti l’armonia è fusione del molteplice e concordia del discorde» (fr. 6,10: Diels). È noto che il suo concittadino, il crotonese Pitagora, considerando l’armonia come una realtà di tipo dinamico e non riducibile ad una esperienza ingenuamente estatica, scopre nella musica dei rapporti tra i suoni che sono ordinati grazie al numero.
Caratteristiche messe in luce da H. Matisse, nel 1910, nella seconda versione del dipinto La Danse. La scelta dei colori, ma anche la forza con la quale i ballerini si tengono e volteggiano trasmettono dinamismo ed equilibrio: un affiatamento composto, mai frenesia, perché «l’armonia nascosta vale più di quella che appare» (Eraclito, fr. 54). Piuttosto consapevolezza che l’armonia è un modo d’essere e un compito che non si improvvisa. Esige conoscenza, misura ed energia, un mix di progetto ideale e disegno concreto: le assi e i tronchi, in diversi casi sconnessi della vita personale e comunitaria, richiedono di essere disposti in modo da costruire, come ha fatto Ulisse con l’aiuto di Calipso, uno scafo capace di attraversare il mare in tempesta.
Come ci si forma per comporre musica seguendo il criterio dell’armonia per accordi con-sonanti e dissonanti, così ci si educa all’arte di armonizzare la propria vita interiore e la vita di relazione. L’obiettivo non è quello di raggiungere il mero appiattimento o una mortificante omologazione. Si tratta piuttosto di spendersi perché le differenze non si trasformino in ostacoli insormontabili e la unicità in barriera paralizzante. Occorre accettare i tempi lunghi, ma anche l’assillo quotidiano di cui ha bisogno l’armonia per divenire stile costante nelle relazioni e rete sulla quale possano poggiare progetti coraggiosi di convivenza.
È questa l’armonia (concinnitas) che Leon Battista Alberti, nei suoi trattati, considera la suprema legge etica ed estetica. Tendervi e spendersi per essa vuol dire rendere il nostro mondo personale e comunitario più giusto e più bello, e, come già da un po’ di tempo si dice, “sostenibile”. Oggi, per i motivi di cui stiamo facendo esperienza, tutti lo sentiamo urgente.

Armonia

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