Omelia per il 20° della Fondazione antiusura

Per il 20° della Fondazione antiusura | S.E. Mons. Nunzio Galantino

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La domanda alla quale risponde la Liturgia della Parola di oggi è la stessa domanda che spesso noi stessi, a livello individuale e comunitario, ci poniamo: di cosa c’è bisogno per comprendere davvero il Vangelo, per viverlo e per farsene annunciatori attraverso una testimonianza credibile?

Le letture ascoltate ci propongono due storie: quella di Apollo e la storia di una coppia di coniugi: Aquila e Priscilla.

Apollo proviene da un ambiente raffinato dal punto di vista culturale: «nativo di Alessandria, colto, esperto nelle Scritture … parlava e insegnava con accuratezza»; Aquila e Priscilla invece sono una coppia di “fabbricatori di tende”, quindi artigiani, esuli scacciati da Roma; insomma gente costretta a rifarsi una vita e provata dalla sofferenza.

Di Apollo si dice che parlò “con franchezza”; a proporre però “con maggiore accuratezza la via di Dio”,   in maniera cioè aderente alla realtà e alla vita ciò che vuole il Signore furono i due esuli, fabbricatori di tende. La loro vita, fatta di esperienza vera e dura dà quello che manca all’intellettuale Apollo; accogliendolo ne fanno un uomo veramente “utile”.

Queste prime considerazioni tratte dalla prima lettura ci dicono che solo chi fa onestamente e faticosamente i conti con la vita di ogni giorno, come Aquila e Priscilla, riesce a dare carne e sangue al Vangelo; ed anche le attività nelle quali costui è coinvolto saranno attività che profumano di Vangelo.

La vita di ogni giorno e la storia delle nostre organizzazioni e delle tante lodevoli attività messe in campo dalla comunità credente – penso in questo momento alla stessa Fondazione antiusura – possono rischiare di essere attività ed impegni che, partiti dal Vangelo, possono percorrere altre strade.

La sicurezza della fedeltà al Vangelo e alla “via di Dio”, cioè ai suoi progetti, ce la suggerisce la pagina del Vangelo che abbiamo ascoltato: «Chiedete e otterrete perché l vostra gioia sia piena». Quanti danni facciamo quando smettiamo di “chiedere”, cioè di metterci ai piedi del Signore! Quanti danni facciamo a noi e agli altri quando siamo tanto presi da non avere il tempo di … fermarci per “chiedere” al Signore il dono di un servizio reso secondo la sua volontà ed i suoi piani! I danni più evidenti di un impegno che non parte dall’aver “chiesto”, che non parte cioè dalla preghiera: – si finisce per non avere lo stesso sguardo del Signore sulle situazioni che viviamo ed incontriamo; – tutto, per noi, si trasforma in burocrazia di carte ma anche di cuore; – il nostro cuore ed i nostri occhi diventano incapaci di sentire la sofferenza vera del fratello; – chi ci sta dinanzi diventa solo una pratica da sbrigare e poi … la tentazione, sempre in agguato anche nei nostri ambienti, di farci prendere la mano da favoritismi di ogni genere. Tutto, come capite, stravolge il senso del servizio che siamo chiamati a rendere.

Dinanzi a questi pericoli che rischiano di stravolgere il nostro servizio, oggi Gesù ci ripete: «Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena». Quasi a dirci: mettetevi e restate costantemente davanti me perché il vostro servizio porti una gioia tanto piena da poterla trasmettere anche agli altri.

Se non “chiediamo”, se non preghiamo noi trasmettiamo solo ansia. E il Vangelo non ci è stato dato per veicolare ansia! Nel vostro impegno di volontariato e comunque di servizio, se incontrate gente – preti o laici – che trasmette ansia e che non vi fa amare quello che il Signore vi ha chiesto di fare, (se incontrate questo tipo di persone) prendete le distanze! Non vi fate rovinare la vita e la voglia di servire i fratelli!

Nella nostra preghiera chiediamo al Signore di essere sempre realisticamente inseriti nella vita quotidiana, come Aquila e Priscilla, per essere uomini e donne che “con accuratezza espongono la via di Dio” e, con il loro esempio, contribuiscono a seminare e a contagiare gioia e non inutile e dannosa ansia.

+ don Nunzio

» SAN GIOVANNI ROTONDO – 20° FONDAZIONE Antiusura (pdf)

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