A metà del cammino di Avvento, la liturgia ci chiama a celebrare l’Immacolata Concezione di Maria. Quasi una sosta in compagnia della Madonna, per gioire con lei dei particolari doni di grazia che il Signore le ha riservato. Tra questi, la sua “immacolata concezione”, cioè l’essere stata salvata da ogni peccato fin dal concepimento. Possiamo davvero dire, quindi, che Maria è l’unica creatura che ha potuto sperimentare in sé fin dall’inizio la salvezza di Dio, diventando per noi modello concreto dell’umanità redenta e, insieme, immagine di speranza sicura per il genere umano. Quello che Lei ha ricevuto in dono in modo singolare (fin dal suo concepimento), infatti, è anche la promessa che Dio realizza in ciascuno di noi con la grazia del Battesimo, per il quale diveniamo anche noi figli di Dio, come ci ricorda S. Paolo: “In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità, predestinandoci a essere per lui figli adottivi mediante Gesù Cristo”.
Maria dunque è “la piena di grazia”, cioè Colei che è “colma del dono di Dio”. Ma per essere “colmati” prima occorre fare spazio, svuotarsi, farsi da parte. Proprio come ha fatto Maria, che ha saputo mettersi in ascolto della Parola e fidarsi dell’iniziativa di Dio, accogliendo senza riserve nella sua vita le proposte di Dio. Tanto che in Lei, la Parola “si è fatta carne”.
Ed è proprio la scena dell’Annunciazione a farci comprendere la profondità del “SI” di Maria a quanto Dio le propone. “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”.
Quanto è autentica e concreta l’adesione di Maria! Non si perde in chiacchiere, non fa mille ragionamenti, non frappone ostacoli al Signore. Con decisione e prontezza si fida e lascia spazio all’azione dello Spirito Santo. Mette subito a disposizione di Dio tutto il suo essere e la sua storia personale, perché sia la sua Parola a plasmarli e portarli a compimento. Una scelta feconda, che porta frutto e vita, che diviene “luogo” dell’Incarnazione, che ci dona Gesù.
Ma vale la pena sottolineare anche la prospettiva che Maria sceglie per connotare il suo “consegnarsi” all’amore di Dio, definendosi “la serva del Signore”. Il SI di Maria a Dio diventa quindi servizio, attenzione alle necessità altrui – come testimonia l’episodio della Visitazione che segue immediatamente il brano dell’Annunciazione ‐, disponibilità ai bisogni del prossimo e della comunità. Tutto questo, senza clamori o “sbandieramenti”, senza “posti d’onore”, senza “manifesti”. Al contrario, i Vangeli ci raccontano una presenza di Maria contrassegnata da grande discrezione e dal nascondimento.
Approfittiamo dunque di questa Festa per imparare da Lei, Madre nostra, a rinnovare il nostro SI a Dio, perché anche in noi si possa compiere la sua Parola.