In questa III domenica di Quaresima, e nelle due che passate, la liturgia presenta alcuni temi biblici particolari: l’acqua, la luce, il Cristo, il ritorno alla vita nuova. Sono tutti temi “battesimali”, legati cioè alla simbologia del Rito del Battesimo.
Durante il cammino dell’Esodo (prima lettura), il popolo d’Israele, stanco per il viaggio nel deserto, ritrova la voglia di riprendere il cammino dopo aver bevuto l’acqua dalla roccia. La samaritana (Vangelo) vicino al pozzo dell’acqua incontra e Cristo e lo riconosce come Messia; quel Cristo che getta luce sulla sua travagliata esperienza, fino a farle cambiare vita.
Oggi, Dio fa a noi la stessa offerta rivolta al popolo nel deserto e alla samaritana, attraverso Gesù.
Perché anche noi, come la samaritana, spesso lasciamo che dal nostro cuore sgorghi l’invocazione “Signore, dammi da bere!”. É l’esigenza di incontrare Dio, di sentirlo vicino a noi, di ascoltarne la parola e lasciarci guidare da Lui.
“Se tu conoscessi il dono di Dio”, dice Gesù alla samaritana. Se imparassi, cioè, a desiderare quel dono di vita che solo Dio ti può dare! Se imparassi ad andare al di là dei desideri immediati aprendoti alla gioia che viene da Dio! Ma questa apertura va di pari passo col conoscere chi è veramente Gesù ed accoglierlo nella propria vita. A Lui bisogna legarsi, senza ripercorrere la strada riduttiva e schematica dei samaritani e dei giudei: Dio non sta né sul monte Garizim, né a Sion. Egli è presente in chi lo adora “in spirito e verità”. Ecco, dunque, che il nostro “Sì” a Cristo, acqua viva, fa di noi una comunità viva, disposta a lasciarsi dissetare e purificare da lui.
Ma quale acqua ci dà Gesù? Egli ci dà l’acqua di un rapporto nuovo e profondamente liberante con Dio. Sì, perché servendo Dio in spirito e verità, facendo esperienza di un rapporto vivo e costruttivo con Lui, la nostra sete si spegnerà e potremo riprendere il nostro cammino verso la pienezza, pur attraversando incertezze e difficoltà.
Al contrario, se non ci dissetiamo dell’acqua che Cristo ci da, ci condanniamo da soli a vivere nelle secche insopportabili della vita quotidiana. E tutti sappiamo che quando la nostra vita si fa ripetitiva, quando la trascorriamo giocando al risparmio, quando l’improntiamo sui binari del calcolo, del comodo o dell’ interesse… allora la brocca della nostra vita, del nostro entusiasmo, delle nostre aspettative, resta secca e vuota.
Con coraggio, dunque, rechiamoci al pozzo dell’acqua viva, andiamo anche noi incontro al Signore Gesù!
Se la donna si fosse fermata soltanto a “contemplare” o a lamentarsi della propria sete, la sua brocca sarebbe rimasta sempre vuota e la sua sete sarebbe diventata insopportabile!
Con fiducia, dunque, anche noi invochiamo: “Signore, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete!”.