Rubrica de Il Sole 24ore “Abitare le parole”
C’è chi finisce in un angolo poiché in difficoltà, chi cerca un angolo accogliente in cui riposare e trovare pace, chi sogna un angolo di paradiso. Ciascuno ha il suo. Letteralmente la parola è la stessa, ma i significati sono molto diversi.
Derivante dal latino angŭlum, legato al greco ankýlos che significa curvo, angolo in geometria è la regione compresa tra due semirette aventi la stessa origine.
Durante una meditazione mattutina a Santa Marta, papa Francesco ha richiamato un altro utilizzo della parola angolo, negativo e purtroppo frequente nelle relazioni. Si riferiva al tentativo, talvolta vera e propria pretesa, di “mettere all’angolo” il proprio interlocutore. Con la parola violenta, con l’arroganza del potere di cui si dispone, addirittura con la minaccia. Obbligando alla sottomissione, ponendo metaforicamente dinanzi all’altro un muro che lascia poco spazio a qualsiasi scelta. È uno degli atteggiamenti più insopportabili, in ogni tipo di relazione. Assieme al lavarsene sdegnosamente le mani quando si è dinanzi a una situazione che invocherebbe invece vicinanza e partecipazione.
E’ evidente che l’espressione “essere messo all’angolo” indica uno stato di tipo negativo e di soggezione, che toglie la libertà e limita ogni movimento.
“Eppure – leggo in un commento a una fotografia di Anna Morosini – un angolo ha due facce: può essere anche una esplosione, il punto esatto in cui due forze convergono scendendo a compromesso: partite da punti diversi, nell’angolo esse si ritrovano, limitano il proprio ego e sul liminare stabiliscono la propria estensione. Messi all’angolo, messi in quest’angolo, non ci si sente più strozzati e spaventati ma ci si sente al sicuro, in un coagulo di energie”. Forse, aggiungo, fino a diventare quella “pietra d’angolo” di cui parla il Vangelo (Mt 21,33). Che può laicamente essere vista come inizio di una storia nuova. Addirittura in opposizione ai progetti di quanti quella pietra avevano pensato si scartarla.
Spesso nella sua vita pubblica, c’è stato chi ha provato a mettere all’angolo Gesù. I Vangeli raccontano che egli ne è uscito sempre con saggezza, pronunziando parole capaci di infrangere il muro di ipocrisia che di norma protegge chi mette all’angolo e toglie invece respiro a chi in quell’angolo viene ricacciato. È stato così nell’episodio dell’adultera raccontato da Giovanni (8,1-11). E lo stesso accadde quando contestarono a Gesù l’autorità con la quale esortava la gente, la guariva, insegnava e faceva miracoli. «Con intelligenza – sottolinea Francesco – risponde con un’altra domanda e mette i capi dei sacerdoti all’angolo».