“Quella dell’economia non è una malattia astrattamente strutturale, per cui a essere sballate sono solo le strutture. No, a rendere malate le strutture evidentemente siamo noi. Siamo noi con il nostro modo di intendere anche l’economia”. Monsignor Nunzio Galantino, presidente dell’APSA ha spiegato così su Rai Uno il cambiamento che ci chiede l’encicica “Fratelli Tutti”. “Teniamo presente – ha detto ad ‘A Sua Immagine’ – che ci troviamo in una economia che si è staccata dalla produzione: non è che una persona oggi guadagna di più perché produce di più, guadagna di più molto spesso perché sa far meglio il suo mestiere di finanziere, che non necessariamente richiede la capacità di stare con gli altri, di pensare agli altri”.
Intervistato dalla bella e brava Lorena Bianchetti, il presule si è soffermato, sulla scorta delle immagini dello storico bacio del Papa ai piedi dei tre leader del Sud Sudan, che a partire da quel gesto sono arrivati ad accordi di pace dopo un decennio di guerra, sul valore della “sottomissione” proclamato all’enciclica: “non vuol dire necessariamente – ha spiegato – rinuncia alla propria dignità. Significa che per quel valore io faccio tutto, faccio anche gesti sorprendenti”. “La stupidità – ha osservato lo storico segretario della Cei – a volte riesce a non far percepire la forza di certi gesti come questo: le strumentalizzazioni esprimono l’incapacità di comprendere, in genere chi strumentalizza è stupido e resta attonito davanti a incontri che vincono le paure”.
Secondo mons. Galantino, quello proposto da Francesco con l’enciclica “sicuramente è un obiettivo, un progetto difficile, ambizioso, però diventa l’unico progetto che, almeno stando a quello che il Santo Padre ci dice, può permetterci di andare oltre l’arroganza oltre le conflittualità”.
Lorena Bianchetti ha sintetizzato i contenuti dell’enciclica enumerandone gli argomenti principali: “il mercato, la politica, la riforma dell’ONU, la guerra, i diritti umani, l’emigrazione, la comunicazione”, ma sarebbe stato interessante soffermarsi su questi ultimi due, giacchè in Italia del dirompente diritto di emigrazione proclamato dal Papa i giornali non hanno quasi parlato. Con l’affascinante conduttrice delle rubriche religiose della Rai c’erano anche due giornalisti: il direttore del Corriere Luciano Fontana che ha detto di credere nel mercato (e sfogliando il suo giornale su questo non ci sono dubbi, come dimostrano i pesanti attacchi al Papa della sua firma Massimo Franco) e Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio Nazionale delle Comunicazioni Sociali, che ha sottolineato come sia attuale la parabola del Buon Samaritano, “un uomo buono che passando dopo il sacerdote e il levita che non si erano fermati, si piega e con il suo atteggiamento riesce a dare nuovo senso a quella stessa strada, per cui immaginiamo un attimo che la strada sia l’enciclica e ci porta dentro al cuore dei problemi, così riusciamo finalmente a dare un nuovo corso al nostro mondo”.
Corrado ha ricordato anche “la tappa di Abu Dhabi”, il viaggio del Papa del febbraio 2019 nel quale è stata firmata la dichiarazione sulla fratellanza universale con il gran muftì di Al Azhar, “da cui poi ovviamente si è aperto un nuovo percorso che – ha scandito il direttore dell’UCS – non riguarda solo un contesto internazionale. Abu Dhabi interpella tutti noi nella nostra quotidianità perché basta guardarsi intorno per capire da che umanità siamo circondati e l’importanza di una fraternità concreta, perché non siamo certi che la verità oggi abbia la meglio nelle nostre relazioni”.
Fonte: Faro di Roma (vai all’articolo)