“L’urgenza è ascoltare e far sentire ovunque, soprattutto negli ambienti di potere e scienza, il grido che si solleva da coloro che per ora sono costretti a pagare un ecosistema deturpato, cioè i poveri”. Lo ha detto mons. Nunzio Galantino, presidente della Amministrazione del patrimonio della Santa Apostolica (Apsa), in apertura della seconda giornata della conferenza internazionale della “Centesimus Annus – Pro Pontefice” in Vaticano. “La Laudato Si’ non è per ‘ecoutopici’. La vera preoccupazione del Papa è verso i poveri che sono sempre di più il risultato della rottura del delicato equilibrio ambientale. O partiamo da qui o parliamo di altro”, ha sottolineato il vescovo. “Nella Evangelii gaudium, Papa Francesco parla dei poveri come una categoria teologica. Alcuni teologi infatti hanno storto il naso. Chi fa fatica ad accettarlo fa fatica a comprendere che tutto è relazionato e che gli attuali problemi richiedono una risposta. I bisogni dei poveri saranno i bisogni di tutti. È necessaria una ecologia integrale in cui sia presente l’indice della povertà, a parte chi dice di averla abolita. È in atto un sistema che mette a rischio la vita di tutti. Il degrado del pianeta e il degrado sociale sono interdipendenti e non rispettano più il profilo geografico. L’opinione pubblica è più sensibile ma c’è ancora da fare. Non stanno cambiando in modo convincente e diffuso gli obiettivi degli Stati anzi abbiamo esempi in controtendenza”. “Chiamo degrado sociale – ha concluso – anche il modo in cui vengono tenuti in conto le esigenze di chi non ce la fa. Degrado sociale è pure il plauso che circonda il cinismo arrogante di chi continua a fomentare la guerra fra poveri. Non so se esiste un criterio di valutazione per misurarlo”. … segue (dal sito: www.agensir.it)