Il cantiere & le stelle. Pensiero e pratiche della progettazione educativa

XVI Convegno Nazionale di pastorale giovanile (Trani)

Il cantiere & le stelle. Mi è subito piaciuto il titolo che avete voluto dare a questo vostro convegno, titolo che attinge a un passaggio de Le città invisibili di Italo Calvino.
L’immagine del cantiere rimanda al lavoro, all’operosità, a un ambiente nel quale non mancano punti di riferimento, direzioni, progettualità. Dice di un percorso possibile e, soprattutto, condiviso, quindi capace di generare uno stile e un metodo che abbiano punti in comune.
Inutile dire che non c’è alternativa a questo modo di procedere. È davvero finito il tempo – ammesso che ci sia mai stato – in cui muoversi da soli, al di fuori di un orizzonte comune e di una progettualità. Quante volte un simile modo di operare ha portato a una pastorale di navigatori solitari, con le conseguenze che conosciamo bene: basta che se ne vada quel giovane sacerdote o quell’animatore e il gruppo giovanile si squama, rivelando che tante iniziative non poggiavano sulla roccia del Vangelo e dell’esperienza ecclesiale, ma sull’abilità del singolo, sulla sua intraprendenza, sul suo bisogno di costruire attorno a se stesso, derubando così i ragazzi della possibilità di un’appartenenza autentica, libera e solida…
“Che senso ha il vostro costruire? Qual è il fine d’una città in costruzione? Dov’è il piano che seguite?”. A ragione le domande del testo di Calvino attraversano queste vostre giornate, dedicate al pensiero e alle pratiche della progettazione educativa. In questo momento, sul cantiere è scesa la notte, una notte stellata, che riconduce alla sorgente del progetto, di ogni progetto. Perché – lo sappiamo – “se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori” (Sal 126, 1), se il nostro lavoro, il nostro fare, non fosse sotto la luce della Parola,  si rivolverebbe in un battere l’aria…

Trani_Convegno Giovani_10 febbraio 2015

 

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