Ho incrociato una persona nella mia vita: don Tonino Bello (1935-1993). Un uomo, un prete, un vescovo. Di quelli il cui ricordo e la cui vita tornano prepotentemente a galla in alcuni momenti della propria storia e di quella del tempo che si sta vivendo. Storia fatta di progetti che si realizzano e di eventi che ti sorprendono.
Alcuni legati a te e alle tue scelte, altri del tutto indipendenti da te. Sono questi i momenti in cui il ricordo, le parole e la vita di un “maestro” ti soccorrono, sostenendo le tue incertezze, rafforzando il tuo passo oppure fasciando qualche ferita imprevista, ma pur sempre dolorosa. Incertezze e ferite possono paralizzare oppure spingere alla ricerca di luce che illumini o che almeno indichi una direzione. Quella che ti porta al largo, liberandoti dalle strettoie di consuetudini che col loro peso frenano l’incedere, isteriliscono le relazioni e tolgono il sorriso che, in altri momenti e in condizioni diverse, comunica voglia di vivere e serenità d’animo nonostante le responsabilità che pesano sulle tue spalle. … (testo completo)
Il Sole 24 Ore – Editoriali e commenti – 17 marzo 2018, pag. 8