In un’epoca che sembra aver definitivamente congedato ripartizioni ed etichette consolidate come sinistra e destra, conservatori e progressisti, credenti e non credenti ecc., se ne va facendo strada una, di ripartizione, difficilmente superabile: quella tra coloro che sopportano fatalisticamente il cambiamento e quanti invece si sentono interpellati da questo. Papa Francesco, il 10 novembre 2015 a Firenze, ha affermato a questo proposito: «Si può dire che oggi non viviamo un’epoca di cambiamento quanto un cambiamento d’epoca. Le situazioni che viviamo oggi pongono dunque sfide nuove che per noi a volte sono persino difficili da comprendere. Questo nostro tempo richiede di vivere i problemi come sfide e non come ostacoli».
Una cosa mi sembra di aver capito. Di fronte alla presa d’atto del cambiamento che sta caratterizzando, non da oggi, i vari ambiti della nostra vita, non ha senso accodarsi alle cassandre che invocano la sciagura di vivere in un mondo che è cambiato. Il tempo offre sempre opportunità e non possiamo smettere di crederlo soltanto perché il mondo è diverso da ieri. …. (La fraternità perduta tra le generazioni – testo completo)
Il Sole 24 Ore – Editoriali e commenti – 2 dicembre 2017 – pag. 10