www.agensir.it – 20 maggio 2016 – “Il nuovo umanesimo che cerchiamo non si trova in un libro”; “l’anima di un nuovo umanesimo è quella che spinge a camminare insieme alle persone, a contatto con la storia e, per il credente, nel riferimento costante alla persona e all’esempio di Gesù”.
Lo ha affermato monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, intervenuto questa sera, presso il Teatro delle Muse di Ancona, alla IV edizione de “Le giornate dell’anima” organizzata dall’arcidiocesi di Ancona-Osimo, quest’anno su “Coltivare l’umano nell’uomo”.
Nella sua relazione intitolata “L’anima del nuovo umanesimo”, monsignor Galantino ha richiamato il Convegno ecclesiale di Firenze (novembre 2015) e, in particolare, il discorso rivolto il 10 novembre da Papa Francesco ai delegati. Proprio il camminare con le persone, ha spiegato il segretario Cei, è “la strada che ci permette di contribuire a costruire un’umanità nuova, che riconosca e sposi la logica delle beatitudini, facendo di essa la via per la realizzazione piena dell’uomo”.
Si tratta, “in pratica e riprendendo le cinque vie indicateci dal Convegno ecclesiale, di uscire, non solo verso ogni periferia geografica ed esistenziale, ma di uscire, come Chiesa, dalla retorica, dai luoghi comuni e dal politicamente corretto; di annunciare che l’uomo non è solo, ma è oggetto di un disegno di grazia, fatto di attenzione concreta e di compagnia sperimentata; di abitare il nostro mondo, assumendone le sfide; di educare i fratelli a vivere secondo la logica del Vangelo; di trasfigurare le relazioni e gli ambienti di vita mediante la pratica della misericordia, che sola – ci insegna questo Anno santo – dà senso e pienezza alla vita umana”.
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