“L’impegno nella costruzione di un umanesimo di misericordia deve essere ad appannaggio dello stile di un Paese e non solo della Chiesa. In un contesto di sussidiarietà la Chiesa non rappresenta un ammortizzatore di Governi che, per un motivo o per un altro, fanno fatica a tenere testa ai bisogni grandi del Paese. Vogliamo proporre un umanesimo che promuove qualcosa di nuovo senza essere assistenti sociali”. Lo ha detto il segretario della Cei, monsignor Nunzio Galantino, intervenendo al convegno nazionale degli incaricati diocesani per il Sovvenire, in corso a Bologna (fino a mercoledì 13 aprile) sul tema “Condivisione dei beni per un umanesimo di misericordia”.
Prendendo spunto dal tema stesso dell’incontro, mons. Galantino, rivolto alla platea di oltre 200 incaricati delle diocesi italiane, ha auspicato “la crescita della nostra attenzione nei confronti di chi nelle nostre chiese è al servizio degli scarti, dei più deboli, dei tossicodipendenti, dei migranti. Troppo spesso – ha rimarcato il segretario della Cei – consideriamo queste persone come gente che ha sue fissazioni. No. Sono persone che fanno parte della Chiesa. Impariamo ad amare queste realtà. Non disprezziamo queste persone. L’8×1000 – ha aggiunto – arriva anche perché ci sono laici, religiosi, preti e vescovi che si spendono per strada. Molto dell’8×1000 arriva dall’esempio di questa gente che colpisce di più di molte nostre cerimonie”.
Mons. Galantino ha poi richiamato il discorso di Papa Francesco al convegno ecclesiale di Firenze ricordandone gli appelli all’inclusione dei poveri e alla necessità favorire amicizia sociale. “La condivisione dei beni – ha spiegato – si misura dalla capacità di utilizzo dell’8×1000 volto a costruire umanesimo di misericordia. A fronte di 1 miliardo di 8×1000 restituiamo 11 volte tanto. Ma non autocelebriamoci. No a narcisismi e autoreferenzialità”. Durante l’incontro ai presenti è stato consegnato il sussidio post convegno di Firenze, intitolato “Sognate anche voi questa Chiesa”.