I ragazzi di Cerignola e la voglia di nuovo

L’incontro con l’altro determinante per il servizio religioso e politico

Confini come Sud. Anzi, confini come ritorno a Sud. Questa volta proprio nella mia terra, la Capitanata, Cerignola. L’occasione è l’ordinazione del nuovo vescovo di Andria, un momento di incontro con la comunità nella quale sono cresciuto e di ulteriore riflessione, per me, sulla Chiesa, quella della quale anche in questi giorni sono piene le pagine di cronaca. Scendendo a Sud ero un po’ amareggiato per la mia terra, con tante straordinarie chances, ma sempre in affanno, spesso indietro, per lo più in affanno anche rispetto al resto della Puglia, molto più inserito nella progettualità economica di cui si parlava anche sulle colonne di questo giornale circa due settimane fa.
Bari oggi cattura l’attenzione come crocevia dell’impresa, come cuore delle start up e il Salento riempie gli occhi al turista; il foggiano invece non sembra ancora aver trovato la sua “vocazione” territoriale. Sono arrivato a Cerignola dopo un filare di pale eoliche prima della storica e bella zona di Torre Alemanna. Cerignola è la mia città, quella dei miei genitori, quella dove mio padre militava nella Democrazia Cristiana, quella dove oggi vive ancora la mia famiglia, dove per lungo tempo ho avuto la mia parrocchia nel cuore del Borgo Antico, dove ho visto crescere l’Associazione Volontari Emmanuel e nascere le cooperative che hanno preso in carico beni confiscati alla malavita, dove ho ospitato il mio caro amico Don Luigi Ciotti … eppure – non so – c’ è ancora un’ aria che non le rende pienamente giustizia. …  (testo completo)

Il Sole 24 Ore – Editoriali e commenti / Testimonianze dai confini – 19 marzo 2016 – Pagina 22

 

 

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