Cari sacerdoti, sono contento di aprire questa vostra due giorni, questo incontro che vi riunisce attorno a temi decisivi, quali il riassetto diocesano e le linee portanti della pastorale del nuovo anno. Vi ringrazio quindi di questo invito, che mi offre la possibilità di accostare la vitalità di una Chiesa come la vostra. Condivido lo spirito con cui il vostro Arcivescovo, Cesare Nosiglia, ha promosso queste giornate di incontro e di formazione, per una comunità che – come evidenzia la Lettera pastorale presentata giovedì scorso – intende essere davvero “casa sulla roccia”: l’immagine della parabola evangelica ci riporta al fondamento su cui costruire in modo solido e duraturo. Proprio la roccia – richiamata qui a Torino lo scorso giugno dallo stesso Papa Francesco – richiama anche un tratto caratteristico della gente di questa vostra terra, è l’elemento che rende determinato e solido il carattere dei piemontesi. È indubbio che tutto ciò è qualificante nella misura in cui è riflesso di quella Parola sulla quale noi presbiteri abbiamo impegnato tutta la nostra vita.
In questo solco riprendiamo con un entusiasmo più grande di ogni stanchezza il passo di un nuovo anno pastorale. Lasciamo per questo ispirare dallo stile di Papa Francesco, con il desiderio di rimetterci di fronte alla gioia del Vangelo.
Per restare fedele al tema affidatomi – “Di fronte alle sfide dell’Evangelii Gaudium … quale conversione pastorale” – non posso esimermi dal prender in mano con voi proprio il testo dell’Esortazione apostolica di Papa Francesco: mi auguro e vi auguro che quelle pagine possano nutrire veramente tanto la riflessione personale quanto il confronto comunitario, per non restare immacolate sul piano di lodevoli – quanto sterili – citazioni estemporanee…