Spoleto, Festival dei due mondi – Venerdì 3 luglio 2015
Possiamo dirlo con certezza: non v’è uomo, sotto qualsivoglia latitudine, che non coltivi l’anelito a un’esistenza improntata alla giustizia; che vuol dire esistenza riscattata dallo squilibrio dell’iniquità e dalla mortificante umiliazione dell’abuso e della disonestà. È lo stesso anelito che attraversa la Scrittura: dal grido che si eleva dalla terra, irrorata dal sangue di Abele (Gen 4,10), sino al verdetto dell’Agnello, i cui giudizi – come si legge in Ap 19,2 – «sono veri e giusti».
Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia (doc)
Avvenire 3 luglio 2015 (pdf)